Positano

"Positano colpisce profondamente. E' un posto che non vi sembra vero finché ci siete, ma di cui sentite con nostalgia tutta la profonda realtà quando l'avete lasciato. Le sue case si arrampicano su un pendio talmente ripido da sembrare una scogliera, se non fosse per le scale che vi sono state tagliate. L'acqua della piccola baia ricurva, di un blu e verde incredibili, lambisce dolcemente una spiaggia di piccoli ciottoli. C'è una sola stradina, e non arriva alla spiaggia. Tutto il resto è scale, alcune ripide come quelle a piuoli. Non camminate, se andate a trovare un amico: vi arrampicate o vi calate. Quando vi capita di scoprire un posto bello come Positano, il primo impulso è quasi sempre di tenervi per voi la vostra scoperta".
(John Steinbeck, "Harper's Bazaar", Maggio 1953)

Perla della Costiera Amalfitana, Positano si presenta come un gruppo di case dai colori pastello aggrappate alla parete scoscesa delle ultime propaggini dei Monti Lattari, che si specchiano in un mare limpido, circondate dal profumo intenso dei limoneti e dai colori vivi ed accesi delle bouganville. A seguire, un dedalo di vicoli e scalini tra botteghe che espongono i prodotti tipici dell'artigianato locale, che, unitamente alle indiscusse bellezze paesaggistiche, ha contribuito a rendere Positano e la Costa d'Amalfi famose in tutto il mondo. Ci riferiamo ai freschi abiti in lino in stile "moda Positano", ai sandali in cuoio o pelle, alle variopinte ceramiche e al limoncello.
Il panorama spazia fino a Punta Licosa e Capri e, ad appena tre miglia di distanza dalla costa, spuntano dal mare i tre isolotti de "Li Galli" (il Gallo Lungo, la Rotonda e il Castelluccio), dimora un tempo delle sirene ammaliatrici, e di recente di ballerini del calibro di Nurejev e Massine.
Non si hanno notizie certe sui primi abitanti della zona: c'è chi ipotizza un primitivo insediamento Osco o Piceno. Tuttavia, come spesso accade, dove non può la storia arriva la leggenda che, in questo caso, narra di un amore profondo tra il dio del mare Nettuno e la ninfa Pasitea. La nobiltà romana, successivamente, realizzò qui le sue lussuose ville marittime: una sull'isola del Gallo Lungo (i cui resti, però, non sono più visibili trovandosi sotto la moderna villa del coreografo Leonide Massine, che negli anni Venti del Novecento acquistò Li Galli) ed un'altra riscoperta di recente durante i lavori di restauro della cripta e del campanile della Chiesa di Santa Maria Assunta.
Seguì le sorti dell'antica Repubblica marinara di Amalfi e subì, come gli altri paesi costieri, le continue scorrerie dei pirati.
Già dopo la Prima Guerra Mondiale fu eletta da numerosi artisti e letterati russi e tedeschi come loro dimora, potendo qui beneficiare di un'atmosfera di calma e serenità. Ma fu nel secondo dopoguerra che Positano divenne meta ambita dal jet-set internazionale: pittori, letterati, artisti, attori e registi da ogni angolo del mondo venivano qui ad assaporare il piacere autentico di una vita semplice e genuina.

Tra i siti di maggior interesse, menzioniamo:
- la Chiesa di Santa Maria Assunta, il cui impianto originario risale al X secolo e nel XVIII secolo subì notevoli rimaneggiamenti. All'esterno è affiancata da un bel campanile decorato alla base con motivi in bassorilievo. Splendida e maestosa è la cupola in maiolica gialla e verde. Resti del pavimento bizantino sono ancora visibili nell'abside; dello stesso periodo è anche la prodigiosa icona lignea raffigurante la Madonna Nera che la tradizione vuole sia arrivata qui via mare. Pregevolissimo esempio di arte orafa napoletana è il reliquiario di San Vito, risalente ai primi anni del Cinquecento.
- la Chiesa Nuova (o Chiesa della Madonna delle Grazie), risalente al XVIII secolo e realizzata su una preesistente cappella dedicata al Santissimo Sacramento. In stile barocco e a pianta ellittica, l'interno, ampio e luminoso, è ricco di tesori d'arte.
- la Cappella di San Giovanni, costituita da un vano rettangolare coperto con volta a botte e pavimento decorato con la rosa dei venti;
- la Chiesa di San Matteo, decorata con stucchi, lesene in rilievo ed un'acquasantiera in porfido rosso;
- la Chiesa di San Giacomo, nel rione di Liparlati, risalente al XII secolo;
- la Cappella di Santa Caterina, fatta costruire dai marinai che commerciavano con Alessandria d'Egitto, dove la Santa è molto venerata;
- la piccola Chiesa di Santa Margherita, situata lungo la strada che conduce alla spiaggia di Fornillo, con pavimento in cotto campano parzialmente maiolicato con motivi floreali;
- la Chiesa del Santo Rosario, di antiche origini, al cui interno è conservato un sarcofago romano;
- la Cappella di San Pietro, nella frazione di Laurito;
- la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nella frazione di Montepertuso;
- la Chiesa della Santa Croce, nella frazione di Nocelle;
- le torri di avvistamento antisaracene, facenti parte del complesso sistema difensivo della Costa d'Amalfi (Torre di Fornillo, Torre Trasita, Torre Sponda e Torre Gallo);
- Grotta La Porta, dove furono rinvenute tracce di insediamenti umani risalenti al Paleolitico.